riflessioni da "semaforo"
Mentre sei in macchina e sudi al semaforo, pur avendo l’aria condizionata sparata addosso a 16 gradi, può capitare che dei pensieri ti riempiano la mente. Per esempio, potrebbe capitare di ritrovarsi a riflettere sul perché la nostra amica cosi bella e pluri laureata venga lasciata ogni volta, oppure come mai la migliore amica che dopo anni di fidanzamento a un passo dal matrimonio scopra le corna del fidanzato.
La vera domanda a quel benedetto semaforo è sempre la stessa: PERCHè DONNE STRAFIGHE SIA DENTRO CHE FUORI HANNO TUTTI QUESTI PROBLEMI A TROVARE UN UOMO? La verità è che una risposta secca come “qual è la capitale della Francia” non esiste. Le risposte sono più che altro lunghe riflessioni che migliaia di donne fanno più o meno a voce alta a quelle cene piene di vino e amiche di una vita.
Si dice che l’uomo di oggi abbia paura, paura di essere inferiore (sia economicamente che interiormente), si dice che sia un eterno Peter pan sicuro di trovare un’opportunità (o per meglio) dire una donna migliore dietro ad ogni angolo, si dice che non voglia rotture e dover badare in maniera continuata nel tempo all’amore di un’altra persona è un proprio un bel impegno, si dice che non voglia figli perché tanto quando ci sarà il giro di boa a 50 anni avrà sempre la possibilità di sposare una bella e fresca ventenne, si dice che sia un collezionista e che di base non gli importi di nessuna ma del numero nel suo insieme… insomma, si dice tutto quello che passa per la mente!
La verità è che si rimanda. Si rimanda per paura di uscire dal proprio tracciato, paura di mettersi in discussione. Perché quanto è facile ricominciare da zero ogni mese con una donna diversa piuttosto che impegnarsi a farsi amare quotidianamente dalla stessa!
In un tempo così risicato che le persone concedono alla conoscenza di un’altra, cosa si può mai conoscere? In qualche sporadico appuntamento nel corso di poche settimane cosa si pensa di ottenere? Ci si diverte (e manco sempre) un po’ a letto, bene che vada, e poi più nulla. Questa smania di conquista ci porta a non essere più ricordate nemmeno per nome ma con il mese di frequentazione di riferimento.
A volte quei semafori lunghissimi sono meglio di una doccia una fredda, aprono gli occhi a riflessioni “gelide” anche se fuori fanno 40 gradi. E capita che si rimandi la riflessione seguente al prossimo semaforo, un po’ come capita nella vita: di rimandare o peggio essere rimandati.